Al giorno d’oggi, grazie alla facilità degli
spostamenti e alla velocità delle comunicazioni, comprese foto e video, tutto è
molto più facile, ma la
pratica di ricercare frutti rari è antichissima, se pensiamo a
tutto ciò che Colombo importò dalle Americhe, al paziente lavoro dei mercanti
Arabi che hanno introdotto in Europa molti frutti cinesi ed indiani, ai
botanici delle compagnie delle Indie, che riportavano ai loro re racconti di frutti esotici, e a tutto
il lavoro fatto dai frati nei monasteri, dove si cercava di incrociare le
specie per produrre frutti sempre piu’ buoni.
Ma oggi c’è una sorta di rinascimento in questa
attitudine, data soprattutto dalla presa
di coscienza dell’importantissimo ruolo della frutta nell’alimentazione
e per la salute umana in genere.
I salutisti allungano il loro interesse fino nel
cuore dell’Amazzonia, lungo il tragitto del fiume Congo, sui più remoti monti
cinesi, tra le mura dei magnifici giardini persiani, nell’entroterra malese,
nell’area tropicale del nord Australia.
Il mango bianco malese
Il mango è uno dei frutti più amati al
mondo. In India, sua patria natale, dove è anche simbolo nazionale, ne esistono
innumerevoli varietà per tutti i gusti: alcuni sono acidognoli, mentre
altri sono puro miele, ed altri ancora sono cosi’ ricchi di betacarotene da
avere il sapore di carota.
A quanto pare però il mango più ricercato è una varietà malese,
talmente rara da non avere ancora un nome preciso ma conosciuto tra gli amatori
come mango bianco.
Bianco è il colore della sua polpa, soda, dolciastra ma resinosa, che
ricorda il sapore del polline, e bianco crema è il colore della sua buccia.
Molti produttori stanno provando a introdurlo nel sud degli Stati Uniti ma
a quanto pare il mango bianco vuol crescere solo in una piccolo landa malese.
Ad ogni modo, i suoi frutti sono stati battutti ad alcune aste anche a 180
dollari a frutto. Tanto per dare un’idea di quanto sia ricercato.
L'albicocca nera cinese
Altra rarità ricercata, stavolta proveniente
dalla Cina.
Quella che nella lingua del luogo viene chiamata Zi Xing, risponde al nome
scientifico di Prunus x
dasycarpa, e, sebbene la si chiami albicocca nera, in realtà
è un ibrido
naturale: mezzo albicocca,
un quarto susina, un quarto ciliegia.
Il colore così scuro la rende molto attraente, e
benché all’apparenza ricordi più una susina, al tatto è più facile scambiarla
per un’albicocca, molto succosa
e zuccherina, con un retrogusto di vaniglia che la rende
unica.
È ricchissima di antociani, e in Cina tradizionalmente viene essiccata ed
usata a mo’ di integratore.
Molti produttori stanno cercando di riprodurla e di farne marmellate e salse dolci.
Il chocolate mamey o sapote nero
Avete mai sentito parlare dell’esistenza di un
frutto che ha il sapore e
la consisteza di una mousse al cioccolato? Sembra l’ennesima
bufala del web ma in realtà è vero: si tratta del chocolate mamey o sapote nero, anche se
in realtà il nome scientifico Diospyros
nigra ci dice che è un parente stretto del kaki più che dei sapote.
Viene chiamato
sapote per via della sua origine centramericana, dove viene
ancora consumato, anche se oggigiorno i migliori produttori li troviamo nel
nord dell’Australia.
Come il kaki, il frutto deve ammezzire ed avere
una consistenza simile alla crema, dopodiché, sia per colore che per sapore,
ricorda veramente una muosse al cioccolato, e per questo è molto interessante per le persone diabetiche e
quelle che preferiscono cibo
sugar free
risultando così uno dei migliori dessert possibili dal punto di vista della
salute.
Il durian rosso
Il durian,
il re dei frutti, già di per sé è un frutto molto ricercato, sia dai curiosi attratti
dalla sua fama bizzarra, sia dagli amanti, disposti a
spendere attorno ai 50 euro per un solo frutto.
Esiste tuttavia una varietà di durian particolarmente
ricercata: il durian dalla carne rossa.
Nella regione di Sabah, in Borneo, nel periodo di Natale,
gente da tutto il mondo si precipita lì per mangiare il Durian Sukang, il durian rosso.
A maturazione il frutto diviene giallo, con
spine corte ma appuntite, e al suo interno la polpa è rosso acceso. I frutti sono
piccoli (è una varietà selvatica) e la polpa è più succosa, cremosa,
dall’inconfondibile e intenso sapore
di vino fermentato.
Il melograno nero
Il melograno
è nativo del subcontinente
indiano ma si è adattato benissimo anche ai climi cinesi, al
Medio Oriente e al Mediterraneo.
Nei millenni, si sono sviluppate alcune varietà peculiari e rare;
una di queste è il meglograno
nero, o melograno
nano. Si rinviene in poche coltivazioni iraniane ed è ritenuto il più dolce tra tutti i melograni.
Non bastasse, è ricercatissimo nei paesi arabi e levantini
perché è ritenuto un rimedio
molto efficace per molti problemi di salute e carenze alimentari in
quasi tutte le medicine popolari locali.
Il frutto, come la pianta, ha dimensioni più
ridotte dei melograni ai quali siamo abituati, e in genere il melograno nero
ama il caldo e un terreno ben drenato, come nel suo paese di origine.
(fonte cure-naturali.it)
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